Altre montagne da scoprire, altre
grotte da esplorare, sempre gli stessi speleologi o meglio,
personaggi. Siamo bravi a rimediare buona compagnia e così, tanta la
bramosia di rivivere le emozioni provate all’abisso del Bifurto
(ancora “fresche” nonostante sia trascorso solo un anno), ci
ritroviamo con gli amici Pugliesi.
Dopo nove ore di viaggio, attraversando
quel “cantiere” che è l’autostrada Salerno-Reggio Calabria,
siamo sul massiccio degli Alburni, nel cuore del Subappennino lucano,
quota 1700 metri, secondi alla vetta del monte Cervati che
padroneggia sul Cilento.
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Sicilia |
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Il Campo | |
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La Lavandaia |
Obbiettivo degli Urri 2013 è la
ricerca e successivamente la ri-esplorazione di alcune cavità esplorate negli anni '70-'80.
Veniamo subito investiti da
quell’operatività tipica degli speleologi, tanto che il nostro
amico materano Erwan, è riuscito a mettere su all’interno del
campo una stazione, completa di GPS, mappe IGM e catasto delle grotte
della Campania, così da far risultare l’attività efficiente ed
organizzata sin dai primi giorni.
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Grotta Serramonaco: ingresso |
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Grotta Serramonaco: ingresso |
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Grotta Serramonaco: ingresso |
Dunque iniziano le prospezioni, la
lista delle cavità da revisionare diminuisce, aumenta quella delle
grotte ostruite da detriti o perfino scomparse sotto la forza delle
piene dei torrenti che, misteriosi latitano nel sottosuolo per
risorgere mille metri più in basso.
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Aspettando il DistoX |
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sBrizio d'acqua |
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Il fiume |
Gli Alburni vogliono farsi perdonare,
un po’ consigliati da qualche caparbio esploratore, un po’
“chiamati” dall’abisso, ci ritroviamo presto in quel della
grava degli Urri 72, altro approccio con la speleologia alpina,
“endemica” dell’Italia settentrionale. Profondissimi pozzi che,
dopo quattrocento metri, terminano con l’infamia di un meandro.
L’obbiettivo della punta è attrezzare il meandro di valle fino
alle condotte che si gettano sul sifone terminale per poi,
organizzare l’esplorazione speleosubacquea.
Seguono le prospezioni e il
rinnovamento degli armi di alcune Grave, ottimi risultati, nuove
cavità e soprattutto nuove “arie” soffiate violentemente nei
volti di noi sognatori del buio.
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Grava dei ghiri: prosecuzione su nido |
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Grava della Neve: ingresso |
Tutto è pianificato, pronti per
affrontare quei punti interrogativi che arroganti abbondano nei
rilievi topografici. Forse aiutati da qualche speleosub o fa un fix
che avanza nelle nostre sacche d’armo, chissà, sicuramente non
mancherà la voglia di collaborazione, quella che porta ai veri
risultati, quella degli Urri 2013.