martedì 20 agosto 2013

Gli “Urri” sui monti Alburni

Altre montagne da scoprire, altre grotte da esplorare, sempre gli stessi speleologi o meglio, personaggi. Siamo bravi a rimediare buona compagnia e così, tanta la bramosia di rivivere le emozioni provate all’abisso del Bifurto (ancora “fresche” nonostante sia trascorso solo un anno), ci ritroviamo con gli amici Pugliesi.
Dopo nove ore di viaggio, attraversando quel “cantiere” che è l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, siamo sul massiccio degli Alburni, nel cuore del Subappennino lucano, quota 1700 metri, secondi alla vetta del monte Cervati che padroneggia sul Cilento.


Sicilia

 
Il Campo

La Lavandaia


 Obbiettivo degli Urri 2013 è la ricerca e successivamente la ri-esplorazione di alcune cavità esplorate negli anni '70-'80.
Veniamo subito investiti da quell’operatività tipica degli speleologi, tanto che il nostro amico materano Erwan, è riuscito a mettere su all’interno del campo una stazione, completa di GPS, mappe IGM e catasto delle grotte della Campania, così da far risultare l’attività efficiente ed organizzata sin dai primi giorni.


Grotta Serramonaco: ingresso



Grotta Serramonaco: ingresso


Grotta Serramonaco: ingresso



Dunque iniziano le prospezioni, la lista delle cavità da revisionare diminuisce, aumenta quella delle grotte ostruite da detriti o perfino scomparse sotto la forza delle piene dei torrenti che, misteriosi latitano nel sottosuolo per risorgere mille metri più in basso.

Aspettando il DistoX
sBrizio d'acqua
 
Il fiume

Gli Alburni vogliono farsi perdonare, un po’ consigliati da qualche caparbio esploratore, un po’ “chiamati” dall’abisso, ci ritroviamo presto in quel della grava degli Urri 72, altro approccio con la speleologia alpina, “endemica” dell’Italia settentrionale. Profondissimi pozzi che, dopo quattrocento metri, terminano con l’infamia di un meandro. L’obbiettivo della punta è attrezzare il meandro di valle fino alle condotte che si gettano sul sifone terminale per poi, organizzare l’esplorazione speleosubacquea.
Seguono le prospezioni e il rinnovamento degli armi di alcune Grave, ottimi risultati, nuove cavità e soprattutto nuove “arie” soffiate violentemente nei volti di noi sognatori del buio.



Grava dei ghiri: prosecuzione su nido


Grava della Neve: ingresso



Tutto è pianificato, pronti per affrontare quei punti interrogativi che arroganti abbondano nei rilievi topografici. Forse aiutati da qualche speleosub o fa un fix che avanza nelle nostre sacche d’armo, chissà, sicuramente non mancherà la voglia di collaborazione, quella che porta ai veri risultati, quella degli Urri 2013.